FIRENZE: il diavoletto portabandiera del Giambologna

CASTELLO DI POPPI: Matelda e la Torre del diavolo
Maggio 20, 2018

Palazzo Vecchietti si trova in via de’ Vecchietti a Firenze, dove la famiglia Vecchietti anticamente possedeva case e torri. Di fronte al Palazzo vi erano una piazzetta ed una chiesa, San Donato dei Vecchietti, che sparirono col riordinamento del centro.

Storia e architettura

I Vecchietti, ricordati anche da Dante Alighieri (Paradiso XV, 115-117), erano una delle più antiche e importanti famiglie fiorentine nel medioevo.Nel 1578 Bernardo Vecchietti, proprietario del palazzo, incaricò Giambologna (1529-1608) di rimodernarlo. La facciata lungo via dei Vecchietti, l’unica non stravolta dagli interventi ottocenteschi, presenta un impianto tardo-rinascimentale con finestre inginocchiate al pian terreno e timapanate, con marcapiano, ai piani superiori. Il cortile interno è di notevole interesse, con due loggette sovrapposte, al primo e secondo piano: la prima loggetta è decorata a graffito.

Il Diavolino del Giambologna
Giambologna modellò anche, forse in ringraziamento alla famiglia che lo aveva ospitato e protetto al suo arrivo a Firenze, il diavoletto portabandiera, di cui è rimasta una copia sull’angolo del palazzo e l’originale, dopo essere stato esposto nella Terrazza di Saturno in Palazzo Vecchio, è oggi al Museo Bardini. L’opera era ispirata al “Canto dei Diavoli”, all’angolo con via Strozzi, zona del Mercato Vecchio dove, secondo la leggenda, era avvenuto un miracolo di San Pietro Martire: nel 1243, durante una predica del domenicano alla folla per la crociata contro i Patarini, sarebbe apparso un cavallo nero che si slanciò in mezzo ai fedeli. Il cavallo era il diavolo, quindi il Santo lo mise in fuga col segno della Croce. L’episodio venne affrescato da Rossello di Jacopo Franchi sulla parete esterna della loggetta del Bigallo. In realtà si tratta di un satiro, facente parte di una coppia che venne dispersa quando il palazzo subì una parziale demolizione per le opere di sventramento durante il periodo di Firenze Capitale (1865-1871). Il satiro serviva anche da porta-stendardo per la bandiera della Potenza Festeggiante del Mercato Vecchio, detta del Duca della Luna.

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