Il Mastio di Matilde
E’ uno dei monumenti più rappresentativi di Livorno. Costruita in muratura su base circolare e alta circa 30 metri, la torre troneggia sulla Fortezza Vecchia connotandone la fisionomia. Benché la tradizione ne attribuisca la costruzione alla Contessa Matilde di Canossa, in realtà è documentato che nel 1103 la Contessa donò all’Opera del Duomo di Pisa un centro fortificato detto Castrum Liburni e l’attiguo villaggio chiamato Livorna. La fortificazione, costruita come luogo di avvistamento e rifugio, consisteva in un torrione a base quadrata, ancora oggi visibile all’interno della Quadratura dei Pisani, eretto, forse proprio per ordine della Contessa, nel 1077 sui resti di un’antica fortificazione romana, ma del Mastio come lo conosciamo adesso non c’era ancora traccia.
La sua costruzione è quindi da attribuire alla Repubblica di Pisa. Se così fosse, almeno fino alla fine del 1200, deve aver subito le sorti dei conflitti bellici pisani e, considerando che Livorno venne distrutta ben dodici volte, dev’essere anch’esso stato danneggiato e ricostruito a più riprese. I due piani della torre sono uniti da una scala che conduce fino alla terrazza sovrastante il Mastio, attorno al quale furono erette nel 1377 le mura del fortilizio chiamato la “Quadratura dei pisani” che ha unito le due torri in un’unica fortificazione. La stanza del piano che è collegato ai camminamenti, nell’800 anche adibita a cappella, contiene ancora alcuni stemmi dei tanti ufficiali che si sono succeduti al comando della Fortezza, mentre quella al piano superiore fu parzialmente adibita a cella di Francesco Domenico Guerrazzi durante i moti risorgimentali. Il 2 aprile 1662 il Mastio di Matilde fu teatro delle osservazioni sul moto dei proiettili ad opera degli accademici del Cimento per confermare sperimentalmente le conclusioni di Galileo Galilei.