L’Abbazia di San Miniato al Monte è un capolavoro dell’arte romanica, posta, come l’adiacente il trecentesco Palazzo dei Vescovi, alla sommità di una collina da cui si gode di un bellissimo panorama di Firenze. San Miniato al Monte è uno dei monumenti più belli e caratteristici del capoluogo toscano anche se spesso, proprio a causa della sua posizione defilata e lontana dal centro cittadino, rischia di essere tagliata fuori dai consueti itinerari turistici.
Situato poco lontano da Piazzale Michelangelo, San Miniato al Monte è uno dei migliori punti d’osservazione della città. La sua facciata è una delle più tipiche espressioni del romanico fiorentino. Estremamente raffinata, rivestita da marmi bianchi e verdi, è sormontata da una imperiosa aquila in bronzo. L’interno di San Miniato al Monte presenta una fascia centrale intarsiata che porta al centro della navata su cui si erge l’altare, che in realtà è la cappella del crocefisso di Michelozzo, che in origine ospitava un crocifisso miracoloso oggi ospitato in Santa Trinità. La costruzione della basilica è iniziata nel 1013: quasi da subito, attorno alla chiesa di San Miniato al Monte sono sorte leggende e misteri, legati soprattutto alla sua particolare simbologia.
I simboli geometrici
San Miniato al Monte è un luogo al centro di numerosi studi esoterici. Una prima caratteristica della chiesa è la presenza costante del numero 5, che nella simbologia è accostato al sole, ma che può rappresentare anche la quintessenza spirituale. Altra figura dominante, del resto, è proprio quella del sole, una cui rappresentazione geometrica e stilizzata è posta proprio al centro del grande mosaico romanico sul pavimento. Il terzo tratto costante è la presenza di diversi animali simbolici, tra cui il pellicano, raffigurato in posizione sopraelevata nello spazio davanti al Presbiterio. Emblema dello Spirito, il pellicano può assumere il doppio significato di Cristo che si sacrifica per salvare l’umanità e di Dio che che sacrifica suo figlio per farlo risorgere. Quarto piccolo grande mistero: lo zodiaco di San Miniato al Monte. L’imponente mosaico pavimentale presenta un cerchio (il cerchio cosmico) iscritto in un quadrato (la Gerusalemme Celeste dell’Apocalisse), in cui le figure d’angolo suddividono i segni in quattro settori da tre, corrispondenti ai lati della città santa su cui si aprono tre porte. Il sole al centro è allegoria del Verbo, che tutto regola e governa. Altro mistero: il santo Graal. Nella facciata tre tavole sorreggono il mistico vaso, da cui Cristo bevve durante l’ultima cena e in cui Giuseppe di Arimatea raccolse il suo sangue dopo la crocifissione. Sesta curiosità: l’antica iscrizione. Tra lo zodiaco e l’ingresso una strana scritta riporta queste parole: «Imprimendo la regola celeste davanti a queste valve, indicando le misure e controllandone la rispondenza, Giuseppe fece realizzare quest’opera. Dunque prego Cristo di prendervi per sempre dimora. In questo spazio sacro il tempo e la morte perdono il loro potere. 1207»
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