Il Castello di Populonia

Il Leviatano
Settembre 25, 2018
Torre degli Appiani
Settembre 26, 2018
Il Castello di Populonia
Il Castello di Populonia è un borgo medievale costruito nel XV secolo intorno alla più antica torre, risalente alla metà del XII secolo. Sul Poggio del Castello, in epoca etrusca, sorgeva la città alta di Populonia, di cui restano poche testimonianze sul versante settentrionale della collina. Il borgo medievale fu costruito per volontà degli Appiani Signori di Piombino (forse durante la signoria di Jacopo II, 1400-1441), come ricorda lo stemma di famiglia murato sopra la porta di accesso al paese. Lo stemma, opera dello scultore fiorentino Andrea Guardi (ca. 1405 – 1476), raffigura il drago alato, l’elmo cavalleresco e nastri allegorici. Le vicende storiche del Castello seguirono quelle dello Stato di Piombino. Al governo degli Appiani (1399-1628) fece seguito il Principato dei Ludovisi (1634-1702) e dei Boncompagni Ludovisi (fino al 1801), poi il Principato di Elisa Bonaparte Baciocchi (1803-1814), sorella di Napoleone, fino all’annessione al Granducato di Toscana sancita nel Congresso di Vienna.
Nel XVII secolo, la tenuta latifondistica di Populonia divenne proprietà della famiglia Desideri, originaria di Volterra. Il conte Giovanni Desideri (1800–1879), esperto in scienze agrarie e appassionato di antichità, introdusse la coltura del mais e finanziò i primi scavi archeologici a Populonia. Durante i soggiorni populoniesi Giovanni risiedeva nella villa padronale, lungo la via principale del borgo, dove ospitò personaggi illustri, tra i quali Heinrich Schliemann, scopritore di Troia. Alla morte di Giovanni, la tenuta passò al figlio Curzio (1828-1900) e dopo di lui al figlio adottivo Eugenio Vanni Desideri. Quest’ultimo ebbe sei figli che divisero la tenuta e vendettero le società. Dopo un breve periodo in cui il Castello fu di proprietà degli avvocati Francesco Mussio e Mario Ciani, nel 1936 la tenuta, costituita allora dal borgo e dalle Società Populonia Italica e Marina di Populonia, fu acquisita dall’avvocato Tommaso Gasparri e dalla moglie Giulia. Oggi il Castello appartiene ai nipoti di Giulia e Tommaso che amministrano con passione e dedizione una proprietà che per sua natura è patrimonio collettivo.

La rocca di Populonia.
Il complesso fortificato che vediamo oggi è composto da due elementi principali: la torre e il recinto difensivo che la circonda. La torre, costruita intorno alla metà del XII secolo dalla Repubblica marinara di Pisa, faceva parte del sistema difensivo costiero che proteggeva il territorio pisano compreso fra Bocca d’Arno e Piombino. Il recinto difensivo fu realizzato agli inizi del XV secolo, probabilmente da Jacopo II Appiani, quale baluardo difensivo lungo il confine settentrionale del nascente Stato di Piombino. La politica degli Appiani prevedeva infatti il ripopolamento di questa zona del promontorio e un capillare controllo del territorio esposto alle scorrerie e alle incursioni, dei pirati Saraceni prima e Turchi a partire dal XVI secolo. Per incentivare la popolazione a trasferirsi a Populonia, nel corso del XV secolo gli Appiani dotarono il borgo di mura difensive (il cui perimetro corrisponde a circa 140 m), realizzando così il Castello vero e proprio. Nel Basso Medioevo, era un fenomeno piuttosto comune (definito secondo incastellamento) che le signorie locali per ripopolare i territori del contado costruissero borghi fortificati, detti terre nuove. Nelle murature della rocca si riconoscono conci squadrati di pietra panchina (calcarenite locale) provenienti da edifici più antichi smontati per riutilizzarne il materiale edilizio. Ricerche archeologiche mostrano che la maggior parte dei blocchi e delle lastre reimpiegati nel recinto provengono dai templi romani dell’Acropoli. È probabile inoltre che in epoche successive per risistemare il muro del recinto siano stati utilizzati blocchi di pietra provenienti da edifici etruschi demoliti a Baratti.

La Rocca di Populonia. Leggere la storia.
Se guardiamo con attenzione le murature della torre e del recinto difensivo ci accorgiamo che è possibile ricostruire la storia della Rocca di Populonia attraverso l’analisi di quella che gli studiosi definiscono archeologia degli elevati.
1) In origine la torre (metà XII secolo) era un semplice parallelepipedo realizzato con blocchetti squadrati di pietra arenaria, nel quale si apriva un portalino d’ingresso dotato di architrave con arco a tutto sesto. L’accesso, a una quota più elevata rispetto al piano di calpestio, era garantito da una scala a pioli removibile. Nella parte bassa della torre si conserva una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana, profonda circa 5,30 m. La riserva d’acqua doveva coprire le necessità delle truppe e dal XIII secolo serviva al raffreddamento dell’artiglieria pesante (bombarde e più tardi cannoni).
2) In un momento successivo (inizi XV secolo), la torre fu rialzata e dotata di merli, con beccatelli e archetti pensili, e di caditoie per il lancio di sassi e liquidi bollenti. Contemporaneamente la base venne rinforzata con una scarpa in muratura.
3) Poco dopo (XV secolo), intorno alla torre fu costruito un recinto difensivo che aumentò la protezione del luogo e ne confermò l’importanza strategica. La cinta muraria, a pianta quadrangolare, era dotata di camminamento di ronda protetto verso l’esterno da un muro intervallato da feritoie verticali.
4) Ad una fase successiva (fine XV secolo) risale la costruzione della semitorre circolare, una sorta di baluardo, che sul lato esterno presenta cordonatura e scarpa, quest’ultima costituita in gran parte dalla roccia vergine. All’interno è il camminamento di ronda, più alto rispetto a quello della cinta quadrangolare, protetto da una doppia cortina muraria dotata di feritoie su entrambi i lati. Questo avrebbe permesso, oltre che di colpire verso l’esterno, di difendersi dal nemico che fosse riuscito a penetrare all’interno della fortezza. Ad un rifacimento successivo, e forse con mera funzione decorativa, sono da attribuire i merli ghibellini, con piccola feritoia centrale, che svettano sul muro circolare del bastione.
5) Torre e recinto furono restaurati dal conte Curzio Desideri. Ne sono testimonianza le numerose incisioni realizzate sulla malta fresca, visibili lungo il muro della semitorre, l’iscrizione presente sulla garitta all’angolo ovest del recinto D(eo) O(optimo) M(aximo) Ricostruito l’anno 1882 da Curzio Desideri e l’iscrizione in marmo murata nel paramento esterno del lato orientale della torre. Sulla lapide si legge: D(eo) O(ptimo) M(aximo) Torre l’Assunta restaurata l’anno 1879 da Curzio Desideri.

La Rocca di Populonia e il sistema difensivo del territorio
La torre di Populonia (o dell’Assunta) ha costituito per secoli un elemento fondamentale nel sistema difensivo marittimo e terrestre della Val di Cornia. Costruita nella metà del XII (dalla repubblica marinara di Pisa) secolo fu utilizzata fino alla seconda guerra mondiale, quando divenne una base di avvistamento aeronavale della Regia Marina. A questa fase risale anche la postazione di un aerofono per contraerea ai piedi della torre. Dalla sua sommità si controllano un ampio tratto di mare e le isole di Capraia, Gorgona, Elba e Corsica, la costa a nord fino a Castiglioncello e a sud fino a Punta Ala, oltre a una buona parte di entroterra che comprende le Colline Metallifere del campigliese e la via Aurelia.
In epoca medievale la torre di Populonia era in contatto visivo diretto, verso nord, con la torre di San Vincenzo, la Torraccia, e la Torre di San Leonardo con la Rocca di Campiglia Marittima e con il vicino monastero di San Quirico, quest’ultimo dotato di torre campanaria con funzione di avvistamento e comunicazione. Verso sud, vedeva la Torre del Sale e probabilmente la torre dell’isola di Palmaiola. A partire dal XVI secolo il sistema difensivo fu perfezionato con la realizzazione della Via dei Cavalleggeri. I Cavalleggeri erano il corpo di vigilanza istituito dal Granduca Cosimo I, costituito da cavalieri armati alla leggera che facevano la staffetta fra i 60 punti armati (torri e forti) presenti lungo il percorso fra Livorno e Piombino. I cavalleggeri avevano compito di pattugliare la costa e di effettuare la vigilanza sanitaria e doganale. In questa zona la Via dei Cavalleggeri, passa per Poggio Grosso e Monte Massoncello per poi giungere a Piombino, presso Salivoli.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *