Il Museo etrusco di Populonia merita sicuramente una visita: nasce nel 1943 ed ospita la preziosa Collezione Gasparri, costituita da reperti di epoca etrusca rinvenuti durante gli scavi archeologici della necropoli di San Cerbone nei primi decenni del Novecento. Grazie a Giulia e Tommaso, capostipiti della famiglia Gasparri a Populonia, fu possibile ammirare, per la prima volta in Val di Cornia, le meraviglie dell’arte e dell’archeologia etrusca. Nelle vetrine, riallestite nel 2015, sono esposti oggetti che ci raccontano storie di vita quotidiana del popolo etrusco, tra cui sofisticato vasellame da mensa, raffinati gioielli e sarcofagi riccamente scolpiti.
La Sala del mare svela il forte legame tra gli antichi e la navigazione. Il Museo ospita ogni anno mostre temporanee, convegni e conferenze che permettono ai visitatori di conoscere le ultime novità sulle ricerche archeologiche del territorio di Populonia. In questo periodo due mostre temporanee arricchiscono il percorso: “Sapere di Mare” organizzata in collaborazione con la Fondazione Rovati di Milano, per riscoprile l’antico legame tra i popoli e il mare (fino al 4 Novembre 2018). “Romani di Populonia. 10 anni di ricerche nell’area archeologica di Poggio del Molino” per festeggiare e far conoscere la storia di un sito eccezionale, laboratorio di archeologia condivisa (fino al 7 gennaio 2019).
La torre è stata per secoli l’unico baluardo a difesa del glorioso passato della città. Oggi è il luogo migliore per ammirare il golfo di Baratti, l’arcipelago e l’intera Val di Cornia. Dalla porta della fortezza si accede ad un suggestivo percorso sulle mura, ma lo spettacolo più emozionante vi aspetta sulla terrazza della torre: l’ora del tramonto vi regalerà un momento che ricorderete a lungo.
Due reperti particolari
Il cinerario con la svastica
Cinerario in terracotta (IX secolo a.C.) rinvenuto in loc. Villini, Baratti, composto vaso biconico allungato, con una sola ansa coperta da ciotola mono-ansata. La coppa ha una decorazione a greca incisa sotto l’orlo con svastiche e meandri. La presenza della coppa indica che si tratta di una sepoltura femminile. Il termine sanscrito svastika è un antico simbolo originario delle culture dell'Eurasia, diffuso soprattutto tra le popolazioni di matrice indoeuropea. Come simbolo, generalmente sempre con significati augurali o di fortuna, fu utilizzato da molte culture fin dal Neolitico.
Il cippo funeraio
Cippo funerario in pietra (VI a.C.) con tridente inciso realizzato utilizzando probabilmente un grosso sasso lavorato dal mare. Il tridente potrebbe rappresentare Nettuno o meglio Netumn, come lo chiamavano gli Etruschi. fonte: associazione Culturale Periplo
La svastica nella storia
" La svastica nella storia (simbolo: 卐 o 卍) è un antico simbolo religioso originario delle culture dell'Eurasia, specialmente quelle di matrice indoeuropea. Rimane un simbolo largamente utilizzato nelle religioni dell'India e della Cina, nonché nello sciamanesimo della Mongolia e della Siberia, e in vari nuovi movimenti religiosi. Il termine italiano ha origine direttamente dal sostantivo maschile sanscrito svastika (devanāgarī स्वास्तिक), che, tra gli altri significati, indica, appunto, in quella lingua il disegno di una croce greca con i bracci piegati ad angolo retto in senso orario. Come simbolo, generalmente sempre con significati augurali o di fortuna, fu utilizzato da molte culture fin dal Neolitico. Durante il Primo dopoguerra fu adottato dal Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (Partito nazista) come simbolo dello stesso, finendo per essere inserito nella bandiera ufficiale della Germania nazista. Dopo la seconda guerra mondiale, a seguito del suo utilizzo nella bandiera della Germania nazista, il suo uso in Occidente è oggetto di controversie, venendo spesso considerata come apologia di nazismo.Il 20 febbraio del 2008 a coronamento di un solenne incontro a Gerusalemme[1] il Gran Rabbinato d'Israele e l'Hindu Dharma Acharya Sabha[2] hanno siglato una dichiarazione comune al cui punto 7 si dà atto che lo svastika è un antico e importante simbolo religioso dell'Induismo, che nulla ha a che fare con il nazismo e che l'utilizzo passato di tale simbolo da parte di questo regime è stato assolutamente improprio. fonte: wikipedia