Nell’inferno di Dante si trovano questi versi: “come in su la cerchia tonda / Monteriggion di torri si corona, / così la proda che ‘l pozzo circonda / torregiavan di mezza la persona / li orribili giganti“. In questo modo il Sommo Poeta descrive il borgo medievale di Monteriggioni, in provincia di Siena.
Monteriggioni è un borgo fortificato completamente intatto in Toscana immerso tra le dolci colline del Chianti senese, scenario della Festa Medievale
Monteriggioni, un viaggio nella Toscana più autentica. Poche regioni italiane hanno il fascino della Toscana, panorami unici, città ricche di storia e cultura, un territorio in cui si possono riscoprire ritmi e sapori di un tempo.
In certi luoghi della Toscana non solo si può rivivere il passato, ma il passato è presente, come se fosse stato conservato all’interno delle pietre, nella loro memoria, e non attendesse altro che di essere evocato. Se poi c’è un comune che in tutta la Toscana pare davvero essere stato colpito da un incantesimo che lo ha per sempre consegnato all’epoca in cui fu fondato, il lontano Medioevo, di certo è Monteriggioni, borgo fortificato completamente intatto in Toscana immerso tra le dolci colline del Chianti senese.
La lotta tra Siena e Firenze
A quei tempi imperversavano fiere lotte tra la città di Siena e quella di Firenze: Monteriggioni, il cui nome viene dal latino Montis Regis e doveva essere un antico possedimento longobardo, venne trasformato in una fortificazione che, ieri come adesso, vegliava sulla via Francigena. Oggi l’occhio si fa incantare dalla dolcezza dei declivi, dai panorami argentati di ulivi e vigneti; a quei tempi invece il circondario era infiammato da lotte feroci. Si dice che gli oltre 500 metri di mura che cingono il borgo avessero fossati e ponti levatoi a scopo difensivo e nei fossati venivano accesi grandi fuochi per respingere i nemici.
La caduta di Monteriggioni
A lungo resistette orgogliosa Monteriggioni: capitolò solo per un tradimento, dopo aver tenuto fronte anche all’esercito pontificio, alleato dei fiorentini, che fu sconfitto nella celebre battaglia di Camollia. Monteriggioni piegò la testa, ma ancora oggi le quindici torri che la cingono fanno pensare ai Giganti di Dante: non prigionieri sconfitti incatenai in schiavitù eterna, ma solo valenti guerrieri assopiti nell’attesa del loro risveglio.