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News Pieta’ per Aylan – Mostra Giuseppe Ciani

Nei locali del Museo dell’Arte piccola, allestito nella torre medievale del Palazzo pubblico, il pittore Giuseppe Ciani presenta la mostra “Pieta’ per Aylan”: 20 opere sul dramma dei migranti.
L’immagine del piccolo Aylan,integrata in una composizione pittorica raffigurante La Pieta’,da una fitta al cuore.

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L’allestimento del Museo dell’Arte Piccola con opere di Giuseppe Ciani a Casole d’Elsa nella Torre medievale rappresenta un bell’esempio di recupero e valorizzazione di uno spazio prestigioso rimasto per anni inutilizzato.

Ma questa iniziativa ha anche lo scopo di riattivare lo spirito che caratterizzò qualche anno fa’ l’esperienza culturale dell’Arte Viva, un’esperienza culturale e artistica con cui l’Amministrazione Comunale intendeva sensibilizzare i ragazzi  nei riguardi dell’arte visiva.

Il senso di quella esperienza viene ora ripreso in forme nuove, e, in base ad un concorso che verrà indetto dall’Amministrazione Comunale, le scuole avranno la possibilità di partecipare alla realizzazione di una mostra che sarà allestita per un intero anno nella sala ingresso della Torre.

Da questo ingresso si accede al museo vero e proprio che  ha un doppio percorso, verso l’alto e verso il basso, e comprende un’esposizione permanente di oltre 160 opere. La denominazione del museo allude al fatto che la maggioranza delle opere sono di piccole e piccolissime dimensioni, ma ve ne sono anche alcune di dimensioni più grandi.

Occorre dire innanzitutto che questa raccolta possiede una particolarità piuttosto rara, perché presenta una selezione di opere che l’artista stesso ha scelto e ordinato secondo un ideale percorso all’interno della creatività artistica, con una ricca varietà di temi e di linguaggi, di materiali e tecniche.

Le opere non sono disposte cronologicamente, ma per temi e accostamenti particolari: vi sono delle grandi griglie metalliche rettangolari, dei veri e propri “quadri” formati da un insieme di vari dipinti di medie e piccole dimensioni assemblati a formare quasi un’unica opera, una sorta di moderno polittico, in cui figurano al centro il tema principale – per esempio “la donna e la maternità” – e intorno le “storie” che di quel tema formano un commento, il tutto sormontato da mensole di legno su cui svettano fantastiche sculture, composte con gli oggetti più diversi e improbabili.

Queste sculture – che appaiono qua e là durante il percorso – sono particolarmente interessanti perché rivelano il modo di operare di Ciani, il quale, dotato di inesauribile fantasia e creatività, “vede” in un povero e qualsiasi oggetto abbandonato una forma possibile, lo preleva, lo modifica appena e lo assembla con altri oggetti o materiali fino a formare un’opera espressiva, semplice e sorprendente.

L’artista ci aiuta a vedere in quegli oggetti, da lui appena appena modificati, le forme che  ha visto per primo. E così un attaccapanni di plastica e ferro, disposto in un certo modo diventa un animale; un tergicristallo di un’auto, leggermente piegato e con l’aggiunta di una semplice pallina di plastica, diventa una elegante figura femminile; un cucchiaio, un mestolo, diventano strani personaggi; un frammento di radice d’albero con lievi aggiunte diventa un essere mostruoso.

E’ interessante notare che questo modo di operare di Ciani si riallaccia in qualche modo a certi principi teorici del Surrealismo e soprattutto a Miró: l’arte non si crea, si trova; da una cosa nasce un’altra cosa; gli oggetti hanno una vita segreta; la semplificazione delle immagini conferisce loro una vita immaginaria.

I riferimenti e le suggestioni che si richiamano alle avanguardie artistiche dell’arte del Novecento, sia pure con un linguaggio personalissimo e sempre controllato, sono numerosi, e salendo le scale che conducono alla terrazza panoramica del museo vediamo scorrere sotto i nostro occhi opere che si richiamano al figurativo o all’astratto, al surrealismo o alla metafisica, al materico o al concettuale. Per cui la visita al museo si presenta anche come un “viaggio didascalico” , attraverso le numerose e varie esperienze del Novecento, rivisitate e arricchite in modo molto originale.

Infatti Ciani, con le opere esposte, ci mostra un ricco repertorio di esperienze creative e di ardite sperimentazioni, che spaziano in molteplici direzioni, dall’uso tradizionale dei colori ad olio o acrilici, sui più diversi supporti, ai disegni su carta, agli acquerelli, molto originali nella loro delicata immediatezza, all’uso di materiali diversi per creare immagini fantasiose, come il legno, la stoffa, il cartone, il ferro e la plastica, e poi il fuoco per modificare e trasfigurare le immagini fino all’esito estremo della loro dissoluzione. Vi sono anche degli interessanti e molto originali “omaggi”, a Burri e a Fontana.

Una figura femminile accosciata e vista di spalle, delicata e realistica, osserva un grande “sacco”, tra i cui strappi, tagli e lacerazioni emergono lievi figure attonite e ammiccanti verso l’osservatore. L’omaggio a Fontana è particolarmente allusivo e ironico al tempo stesso: su un fondale completamente blu intenso, da un “taglio” verticale esce un profilo di figura femminile di madre incinta, sorridente e felice mentre con le proprie mani abbraccia affettuosamente il turgido e plastico pancione. Rivisitazioni queste che aiutano a capire in modo singolare la solida arte materica di Burri e le astrazioni spaziali di Fontana, tramite manipolazioni che si risolvono anche come originali commenti.

Un’esperienza molto particolare è data dalla visione delle numerose piccole e piccolissime opere (da cui, come abbiamo detto, deriva il nome del Museo; ma forse c’è anche, in questa scelta del nome, un indiretto riferimento alle opere dei “piccoli artisti” – gli alunni delle scuole dell’obbligo – che saranno ospitate in questo museo.

L’impatto visivo con le piccole opere, alcune delle quali vere e proprie miniature, è dato dal fatto che queste sono collocate, sulle pareti della torre e negli stretti corridoi, ad una altezza tale che gli stretti passaggi delle scale costringono ad osservarle da distanza molto ravvicinata, il che permette di vedere i piccolissimi oggetti in esse contenuti, i minuti dettagli, le minuscole decorazioni che, complessivamente, danno vita a veri e propri universi dotati di suggestioni e di magia.

Le opere di piccole dimensioni sono collocate più in basso, ma salendo, a mano a mano si incontrano anche opere di dimensioni maggiori; si ha così un crescendo di colori e di forme che termina in alto con opere dal forte impatto plastico e cromatico, tali da poter essere osservate anche da una maggiore distanza. Tutto ciò accentua l’impressione del visitatore di attraversare e di percorrere un vero e prorio universo di creatività.

Data la particolare collocazione delle opere in questo singolare museo, la sua visita rappresenta indubbiamente anche un “viaggio pedagogico”, oltre che un vero e proprio percorso attraverso la creatività artistica di Giuseppe Ciani, che mostra in azione il farsi dell’arte, in un ideale viaggio attraverso  la nascita della figurazione e la sua incessante evoluzione nelle molteplici declinazioni espressive, fino alla dissoluzione della forma in manufatti materici e astratti. Ogni opera rivela un linguaggio, mostra un’avventura della creazione artistica, in una lotta incessante con le resistenze della materia per piegarla alle esigenze espressive dell’artista.

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