Considerato uno dei padri dell’arte contemporanea, Mauro Staccioli, originario di Volterra, ha lasciato alla sua città natale gran parte delle grandiose opere ambientali installate nel 2009 per la mostra “Luoghi d’esperienza”.
Un percorso segnato da sculture geometriche minimaliste, di dimensioni ciclopiche grazie alle quali l’artista rilegge il paesaggio volterrano e rivive i suoi ricordi d’infanzia. Un modo per scoprire la campagna di Volterra, attraverso scorci e cornici che cambiano e si rinnovano ogni giorno in un gioco continuo e mutevole tra opera, paesaggio e spettatore. Ideale per gli appassionati di foto, arte e natura.
SR 68 località Spicchiaiola.
L’indicatore
2009,
acciaio corten, cm 1780x50. Il luogo conosciuto dai volterrani con il termine “L’Indicatore”, posto nei pressi della località di Spicchiaiola, è un punto panoramico che segna il punto di passaggio tra la provincia di Pisa e quella di Siena. Qui la scultura si impone quale fulcro accentratore, segno di interscambio, perentoria affermazione di un confine da superare sempre, alla ricerca dell’altro, di una relazione con il mondo che questa terra, isolata e
dura, deve ricercare.
Chiesa di San Lorenzo a Mazzolla.
Attraversando la storia
2009, intonaco rosso,cm 535x70x535.
L’intervento sul fianco della Chiesa di San Lorenzo scaturisce dalla volontà di evidenziare il tratto murario medievale conservatosi, al contrario della facciata purtroppo modificata nel corso del XIX secolo. L’arco ideato da Staccioli nasce sul margine della stretta via che costeggia la chiesa, per appoggiarsi delicatamente sul muro medievale, quasi a voler sorreggere questi resti di un passato da ricordare.
Villa di Cozzano.
Volterra di profilo
2009, acciaio e cemento, cm 700x60x650.
In questo caso Staccioli individua il passaggio, la soglia, come luogo significativo per l’accesso a questa villa padronale, destinata alla raccolta e alla conservazione dei prodotti delle terre limitrofe. Il segno scultoreo definisce un ingresso, imprimendo alla veduta panoramica - che da Cozzano spazia, attraverso uliveti e coltivazioni, verso il profilo settentrionale di Volterra - la valenza di un ipotetico al di là.
Volterra, Chiesa di San Dalmazio.
Omaggio a Giovan Paolo Rossetti
2009, intonaco rosso, cm 580x525x28.
Un triangolo poggiato sul suo vertice, classico simbolo mistico-religioso, qui interviene in funzione della visione. L’opera di Staccioli infatti, sottraendo alla vista gli eccessi ornamentali, definisce ed esalta la bellezza della tavola di Giovan Paolo Rossetti (1519-1586), allievo del più noto Daniele da Volterra. Un inno alla pittura cinquecentesca - così lontana eppur così presente a Staccioli - e alla tradizione artistica locale. Visita su richiesta Tel. 05887257
Località Montebradoni.
Cerchio imperfetto
2007–2009, intonaco rosso, cm 350x350x45.
Staccioli è nato nel 1937 a Volterra, o meglio, a Montebradoni. Se non per il fascino originario di questo piccolo borgo posto tra la Badia camaldolese e le mura etrusche o per la sua storia millenaria, la scultura di Staccioli merita di trovare posto qui anche solo per il riferimento biografico. Per Staccioli il grande quadrato rosso dai lati curvi diventa una sorta di schermo, dal quale guardare per attraversare con uno sguardo i secoli e leggere tutto il nostro passato.
Chiesa di Santa Lucia a Corbano.
Corbano
2009, intonaco rosso, cm 302x219x6.
I ruderi della chiesa preromanica di Santa Lucia a Corbano hanno spinto
a realizzare un segno per questo piccolo edificio in balia delle intemperie e destinato a scomparire. La scultura
in questo caso si fa gesto risoluto contro l’incuria, a comunicare il rammarico dell’artista che valuta le conseguenze
del tempo e della noncuranza.
Fattoria di Fognano.
San Giacomo in Fognano
1985-2009, cemento rosso e ferro, cm 125x2100x100.
L’arco rovesciato posto sul limitare di un poggio pianeggiante, poco prima del dirupo che ne segna la fine, sottolinea non solo idealmente il paesaggio volterrano con le sue dolcezze ma anche le asprezze scaturite dalla sua conformazione geologica. Staccioli con il suo segno dolcemente arcuato dalle
estremità aguzze e severe ci sollecita ad ammirare lo scenario con le sue linee modellate dall’erosione del terreno argilloso, con i suoi calanchi e il continuo variare dei suoi colori.
Località Piancorboli.
Primi passi
2009, acciaio corten, cm 805x1300x40.
Qui le terre aspre riecheggiate nei romanzi di Cassola si aprono ai ricordi dell’infanzia dell’artista. La grande ellisse in acciaio corten che incornicia il panorama che va dall’antica contrada di Montebradoni – borgo in cui Staccioli ha vissuto fino alla maggiore età – alle Balze, alla chiesa di San Giusto e al profilo di Volterra, definisce una sorta di cannocchiale prospettico che in primo piano rileva un casale da tempo abbandonato, la casa dei nonni materni, teatro dei suoi primi passi e del suo primo approccio con la tradizione contadina toscana.
Mauro Staccioli nasce nel 1937 a Volterra. Nel 1960 si trasferisce in Sardegna e nel 1963 a Lodi e successivamente a Milano. Dalla fine degli anni Sessanta si dedica alla scultura, concentrandosi sul rapporto tra arte e società e sviluppando l’originale idea di una scultura che si pone in stretta relazione con il luogo nel quale e per il quale è stata realizzata. Nel 1972 Staccioli realizza una serie di “sculture-intervento” nella città di Volterra; la mostra, curata daEnrico Crispolti, sancisce l’inizio del suo nuovo modo di intendere la scultura. Dopo una seriedi esposizioni organizzate in gallerie e spazi milanesi arriva l’invito alle Biennali di Venezia del 1976 e del 1978, anno in cui realizza il celebre Muro, una parete di cemento di 8 metri di
lato che ostruisce la visuale del viale d’accesso al Padiglione Italia. Gli anni Ottanta si aprono con l’ Intervento allo Studio Mercato del Sale di Milano, uno squarcio lungo il pavimento che provoca il visitatore a partecipare attivamente attraversando l’opera. Dopo aver realizzato una grande installazione in cemento nel parco di Villa Gori a Celle di Santomato (PT), il lavoro di Staccioli riscuote una crescente attenzione all’estero. Le sue “idee costruite” trovano infatti collocazione in Germania, in Gran Bretagna, in Israele e in Francia. In questi anni il linguaggio dell’artista perde la durezza e l’aggressività che lo caratterizzavano agli inizi. Nascono così opere che sfidano gli equilibri statici generando effetti di straniamento nell’osservatore,
come la forma in equilibrio sulla scalinata della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma del 1981, o il grande plinto sospeso sulla scalinata della University Gallery di Amherst in Massachussetts nel 1984, realizzato in occasione della sua prima personalenegli Stati Uniti. Il confronto con l’architettura e l’ambiente urbano trova nuove soluzioni nellagenesi dei grandi archi rovesciati realizzati all’interno della Rotonda della Besana a Milano
(1987), davanti al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato (1988) su invito diAmnon Barzel e nel piazzale principale del Parco Olimpico di Seul (1988) su invito di PierreRestany. L’attività negli Stati Uniti prosegue con una mostra al Museum of ContemporaryArt di San Diego e con la serie di installazioni realizzate nel parco della Djerassi Foundationdi Woodside in California (1987-1991), seguite negli anni Novanta da nuovi interventi. Oggi
l’artista continua a sperimentare nuove forme in diverse installazioni in Italia e all’estero. Il 21 marzo si è inaugurata a Motta D’Affermo (Messina) l’imponente Piramide 38° parallelo nel parco di sculture Fiumara d’Arte.
Piramide 38° parallelo in the sculpture park
Fiumara d’Arte.
SR 68 località Poggio di San Martino.
Anello 1997-2005, cemento e ferro, cm Ø600x50. L’anello dal tipico colore rosso ossido caro a Staccioli dà al dolce panorama collinare volterrano una nuova visibilità e conduce lo sguardo alle alture metallifere al di là dei declivi verdeggianti. Questa sorta di cornice- schermo tondo obbliga a rallentare la corsa lungo la salita che porta a Volterra e costringe il passante non a vedere ma a guardare, e dunque contemplare, lo scenario che si schiude al suo interno.
Fattoria di Lischeto.
Portale
2009, acciaio corten, cm 1000x805x55.
Osservando il portale lungo il viale d’ingresso alla Fattoria di Lischeto si può scorgere in lontananza l’ellisse collocata a Piancorboli. Le due sculture ripercorrono idealmente quello che un tempo era il consueto tragitto dei contadini dal podere di Persignano alla fattoria che raccoglieva tutto il loro raccolto. Il grande arco triangolare, quasi sospeso sulle sottili estremità, da vicino manifesta tutta la sua imponenza, facendosi soglia accogliente
e solenne nel ricordo di episodi significativi nella vita dell’artista.
SR 68, Località La Mestola.
Tondo pieno
2009, cemento e ferro, cm Ø600x60.
SR 68. La Boldria
2009, cemento e ferro, cm Ø600x60.
Due tondi, uno aperto ad anello e l’altro pieno, appaiono lungo la STR 68, nel tratto che da Volterra porta alla frazione di Saline. Questi due tipici segni
“staccioliani”, correndo lungo il percorso della strada in collina, sottolineano una delle vie più solcate dai volterrani che in questo sottosuolo collinare ai piedi della città, mediante un procedimento inusuale, estraevano l’”oro bianco” dai giacimenti naturali di salgemma. Una via che fin dall’antichità ha
costituito una miniera dalle enormi potenzialità e che ancora oggi, seppur con un lento declino, segna
il destino di questi luoghi.